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Cimiciurri meets TikTok: intervista a Damian Keats

27 Aprile 2020

Niente sortilegi, magia nera, voodoo o Felix Felicis: la ricetta del successo è una cena di Natale, un pizzico di noia da troppi parenti e un’applicazione appena scaricata, parola di Damian Keats.

via GIPHY

 

Scettico sugli ingredienti? Eccoti servita una storia che ti farà cambiare idea!

Abbiamo “incontrato” Damian Keats–virtualmente cosa credi, siamo in lockdown pure noi–un tiktoker di tutto rispetto con un seguito di oltre 365K follower e gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza con la piattaforma più cool del momento, la piattaforma della Gen Z!

Quanti anni hai e da quanto tempo hai cominciato?

Quanti anni ha Damian Keats? Ah… è un segreto. Preferisco non dire la mia età, ne ho cancellato ogni traccia su ogni tipo di social esistente a tal punto che all’ultimo compleanno ho dovuto vietare le candeline in ogni foto. Perché questa scelta? Penso che sia questione di immagine e contenuto: se ciò che stai guardandolo ti piace non c’è bisogno di dargli un’età. È proprio per questo che ho scelto TikTok: è una piattaforma che premia realmente il contenuto.

Qual è stato il primo TikTok di Damian Keats?

La prima volta non si scorda mai, ero con mio cugino ed era la vigilia di Natale, ci stavamo annoiando un sacco circondati da parenti alle prese con i fornelli. Ho detto a mio cugino ”Oh guarda ho scaricato questa applicazione, puoi fare lip-synch”–all’epoca non sapevo si dicesse “lip-synch” quindi ho detto “puoi doppiare le cose”.
Proviamo a fare un video insieme ed ero così negato che ho dovuto girare con lo 0,5x (una delle quattro velocità previste dalla piattaforma, NDR), infatti si vede che il lip-sync è rallentato e i gesti sono troppo veloci.

Come ti sei sentito quando hai visto la tua community crescere?

È stato qualcosa di “WOW”. Non riuscivo a crederci né a capire che fosse realmente vero. L’ho presa sotto gamba, inizialmente, vedevo i numeri crescere, non mi sembravano nemmeno reali. Ho cominciato a sentire la crescita della community quando sono arrivato al punto di essere fermato in strada, è stato in quel momento che ho cominciato a sentire il peso e un certo senso di “dovere” nei confronti degli altri. È stato un po’ come dire: “OK, tutto quello che faccio trasporta un messaggio”.

Come si comporta Damian Keats quando si imbatte negli haters?

Mi piace molto questa domanda: non ho un modo specifico di trattare con gli hater. A volte la prendo sorridendo: a un “Non sai cucinare” rispondo volentieri con “Eh, hai ragione”. Altre volte ignoro il messaggio, lascio fare alla community. Credo molto nella comunità. Ho imparato una lezione importante da una tiktoker che ammiro molto: la negatività attecchisce facilmente. Se il contenuto viene commentato in maniera negativa tra i primi commenti, è probabile che questo generi un’ondata di risposte negative. Perciò, prima che la sezione dei commenti diventi “tossica”, preferisco eliminarlo.

Che tipo di relazione hai con i tuoi fan?

Non riesco a vederli come semplici fan, per me sono una famiglia. Cerco di rispondere a tutti, non come un creator o una persona famosa, io li sento vicini. Quando mi scrivono qualcosa, spesso rispondo con una foto di quello che sto facendo, un’istantanea, oppure un audio. È anche capitato di aprirmi con un fan, in un giorno no, e ho ottenuto ottimi consigli! Con loro ho un rapporto che definirei sincero, cerco sempre di essere il più trasparente possibile. Mostro Damian Keats, al cento per cento, ogni giorno.

Perché secondo te questo social è così figo?

TikTok è figo perché è istantaneo, non devi aspettare. È questo quello di cui abbiamo bisogno noi nuove generazioni: di un pizzico di spontaneità, di istantaneità. Con TikTok, in un attimo, le persone ti raccontano quello che vogliono tramite contenuti rapidi e facilmente fruibili da tutti.

Come è lo stile “Damian Keats”? E come lo hai adottato per i tuoi contenuti?

Nei miei video parlo di me, della mia vita, amo raccontarmi in modo sincero. Ho mostrato ai miei fan il mio gatto e come lo educavo. Lo sai che il mio gatto sa darmi il cinque? Lo porto a spasso, mangia dalle mie mani. Quindi non si tratta di scegliere i miei contenuti, mostro semplicemente la mia quotidianità, esprimo tramite i video quello che faccio durante il giorno. Inoltre mi divertono gli esperimenti in cucina! Ho iniziato con il cucinare a microonde i piatti più strani, abbinamenti fuori dal comune. Poi il mio profilo ha iniziato a crescere esponenzialmente e ho cominciato anche a parlare della mia situazione sentimentale, cercando di veicolare messaggi positivi, soprattutto per la community di ragazzi più giovani.

Come sono cambiati i tuoi contenuti vista la situazione vissuta in Italia per via del coronavirus?

Non ho avuto grossi cambiamenti su questo punto, sono riuscito a creare i miei contenuti a casa. Prima della quarantena stavo costruendo alcuni vlog realizzati fuori casa, ma in questa situazione stiamo tutti un po’ più “stretti”. È un’altra cosa che amo di TikTok: non hai bisogno di molto spazio, l’ingrediente principale è la tua personalità.

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