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La Next Gen vista con gli occhi di SKAM Italia

19 Giugno 2020

I numeri non parlano chiaro, parlano chiarissimo: non esageriamo nel dire che SKAM (nel nostro caso parliamo di SKAM Italia) sia una serie TV che ha rappresentato un importante cultural reset nella narrazione seriale delle nuove generazioni.

Grazie alla sua autenticità narrativa e alla trasversalità degli argomenti trattati, ha riscosso successo in tutto il mondo, diventando un cult amatissimo tra la Next Gen. Mai visto o sentito niente a riguardo? No prob, mettetevi comodi che oggi vi raccontiamo del fenomeno Gen Z del momento.

SKAM: dalla Norvegia con furore

Partiamo dal principio: SKAM, dal norvegese “Vergogna”, è (per l’appunto) una web serie norvegese che nasce nel 2015. Con un filo narrativo comune a tutte le varie stagioni, la serie racconta le vicissitudini di un gruppo di adolescenti contemporanei alle prese con le problematiche di tutti i giorni.

Ogni stagione mette al centro un adolescente diverso, la cui vita quotidiana diventa il motore per affrontare tematiche legate al mondo della Generazione Z: sesso, revenge porn, identità sessuale, malattia mentale, religione.

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SKAM: un esperimento senza precedenti

Quello di SKAM è un esperimento (ben riuscito) molto innovativo per tanti motivi:

  • Nasce da un broadcaster televisivo. Prima che in TV, però, è stata trasmessa online (tanto che viene classificata come “Web serie”), andando ad intercettare perfettamente la Gen Z
  • È innovativa e al passo con i tempi perché “costruita” in micro-episodi giornalieri di breve durata, che vengono postati singolarmente sui social nei giorni della settimana citati. Solo a fine settimana la puntata viene pubblicata per intero unendo le pillole giornaliere postate durante la settimana
  • Ma c’è una cosa ancora più bella, che ha fatto presa sui ragazzi, generando un incredibile passaparola e curiosità. I protagonisti della serie, durante la promozione della serie, avevano e (soprattutto) interagivano con i rispettivi account social come se fossero realmente i personaggi della serie.

Non era così inusuale vedere postato su Instagram il selfie tra i protagonisti scattato durante la puntata. Ecco alcuni account dei protagonisti della versione italiana: Eva, Giovanni e la mitica Silvietta.

Insomma, SKAM ha puntato in maniera concreta sulla Next Gen, che ha risposto consacrandola ad un successo incredibile esportato poi in tantissimi paesi. Da noi è arrivata solo nel 2018 grazie ad una produzione TIMvision. E non è finita qui…

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Il segreto del successo di SKAM Italia

Beh, dai, parliamoci chiaro: il contorno può essere infiocchettato al meglio, ma senza contenuti, l’interesse scema in fretta. E sono proprio i contenuti il punto vincente di SKAM. Ogni stagione affronta una tematica molto vicina ai nuovi adolescenti, attraverso uno storytelling di inclusività e rappresentazione di chi non appartiene alle maggioranze, ai cliché.

Dalle insicurezze e al bullismo della giovane Eva, alla scoperta della propria identità sessuale con Martino. L’attualissima problematica del revenge porn con Eleonora nella terza stagione.

La tematica della religione con l’ultima stagione andata in onda giusto qualche settimana fa anche su Netflix (che ovviamente non si è lasciata sfuggire una serie con così tanto appeal sulla Next Gen). La quarta stagione accende infatti i riflettori su Sana, una ragazza musulmana che indossa il velo e abbraccia la sua fede senza vergognarsene, scardinando tantissimi pregiudizi in maniera molto genuina e non banale.

Insomma, SKAM Italia è una fedele lente d’ingrandimento su una nuova generazione che stiamo sempre di più imparando a conoscere. Attenta, sensibile a quello che le succede intorno (la mobilitazione social e nelle piazze dei giovanissimi in merito alle proteste riguardanti la morte di George Floyd mi hanno lasciato piacevolmente colpito).

E ancora: aperta alle diversità, amica dell’ambiente, libera da sovrastrutture, archetipi e cliché di ogni tipo. L’impatto emotivo della serie è forte (tant’è che più che ai ragazzi, noi da agenzia Gen Z ne consigliamo la visione agli adulti), ma il dinamismo complesso della serie in cui alla fine “Le persone sono solo persone” nella loro diversità, ricalcano una ricerca di autenticità che caratterizza indubbiamente le nuove generazioni.