Sei un brand e sul desktop c’è una cartella che porta il tuo nome. Aprila. Ne contiene un’altra rinominata “Marketing”. Tutto ok. Entra, ne troverai sicuramente una che si chiama “Strategia”. Doppio click. Ecco “Strategia Digitale”. È il percorso giusto, continua. Ora: qui c’è la sottocartella “Influencer Marketing”… Come dici? Non la trovi? Non c’è proprio? No? Nel 2022 non c’è?!
Ok, leggere questo articolo non ti permetterà di farla apparire magicamente, ma di capire perché è indispensabile che tu consideri di crearla. Vediamoci a fine articolo per un bel tasto destro > nuova cartella > “Influencer Marketing”.
L’Influencer Marketing è un’opportunità per i brand
Tutto parte dal conoscere la propria audience e capire da che tipo di influencer può essere attivata. Perchè un brand dovrebbe tentare di essere qualcosa per tutti, quando può essere tutto per qualcuno?
Individuato chi è il tuo qualcuno, capisci dove sta. È un Millennial e sta su Instagram? È della Gen Z e quindi usa molto di più TikTok? Cosa lo coinvolge? Per quale motivo cercherebbe consiglio su un bene o un prodotto da un influencer?
Il valore di lavorare con gli influencer sta nella loro capacità di connettersi con le persone e sappiamo che l’ecosistema in cui brand e creator collaborano per arrivare agli utenti sta cambiando (tra le righe leggiamo anche la parola “pandemia”): ad esempio, TikTok domina gli spazi social dimostrandosi la piattaforma in cui l’attività degli influencer è maggiore. Più loro spendono tempo qui, più attenzione la piattaforma merita da parte dei brand. Secondo socialmediatoday.com l’87% degli influencer afferma che TikTok è, tra le piattaforme social, quella in cui registra l’engagement maggiore.
Quanto sia diventato mainstream l’Influencer Marketing ce lo dicono i numeri:
- nel 2021 il 49% dei consumatori ha detto di affidarsi ai consigli degli influencer per gli acquisti;
- lato brand, il 57% delle aziende dei settori beauty e fashion sta usando gli influencer nel proprio marketing mix. Qui la fonte.
Gli influencer oggi stanno su piattaforme più creative e allineate al loro esser nativi e native digitali
Stando a casa è aumentato il consumo di video. Il modello dell’Influencer Marketing è adatto in un momento in cui le persone sono alla ricerca di un’ispirazione per andare avanti, che siano i video fai da te che li rende chef per una sera, o i training sulla cura di sé. I creator hanno giocato un ruolo fondamentale nella costruzione di un senso di comunità – quel qualcosa che le persone cercano quando vivono in isolamento. I creator che hanno saputo far valere un proprio stile e produrre contenuti distinguibili hanno potuto creare un legame di fiducia e autenticità con i propri followers, dando ai brand l’opportunità di raggiungere quel pubblico.
Le trasformazioni in corso
Come si sta modificando questo ecosistema e cosa ci aspettiamo dall’influencer marketing nel 2022?
- Live streaming e live ecommerce. È un concetto già fatto proprio dai gamer, che su questo sono molto più avanti di altre categorie di influencer. La velocità con cui la connessione influencer-community si può tramutare in acquisto, ossia la velocità con cui l’audience si può trasformare in consumers può portare ad un commerce BOOM 💣! Le piattaforme stesse, poi, stanno rendendo più facile l’acquisto in-app.
- Metaverso. Sono in corso investimenti da parte dei brand per predisporre una presenza anche qui. Cosa centrano gli influencer? I brand possono sviluppare con loro tecnologie AR per promuovere prodotti e servizi, e i creator possono usare gli strumenti tecnologici per migliorare il processo creativo e generare nuove opportunità di guadagno. Già oggi ci sono mondi digitali che stanno appassionando le persone e che danno ai creator la possibilità di inventare oggetti non fisici da vendere nel territorio virtuale. Anche qui, una strategia win-win.
- NFT. Gli NFT hanno strizzato l’occhio a Gen Z e Millennial, che hanno ricambiato l’occhiata con interesse. Per chi produce contenuti, gli NFT possono rappresentare una nuova forma di reddito, ma anche un modo per rafforzare il rapporto con la propria community di sostenitori.
- Contenuti premium. Emergono altre fonti di monetizzazione: è diventato più usuale per chi usa i social dare un supporto finanziario al creator che preferisce, tramite donazioni o abbonamenti. Ciò è sempre più possibile perché le piattaforme social stanno aggiornando le proprie funzioni in questa direzione.
- Video brevi. Il consumo è on-the-go e l’attenzione continua a calare, per questo anche gli influencer stringono sulla durata del contenuto che realizzano.
- Partnership a lungo termine. Lavorare sulla fiducia favorisce la credibilità della marca e può concorrere ad una migliore brand recall (VS prendere in affitto un feed per un po’).
- Aumento dei micro influencer. I micro sono specializzati in nicchie di attività e lavorano su specifiche community che in loro si riconoscono.
Conclusioni
La Gen Z continua a guidare l’innalzamento del valore dei contenuti social: il senso critico di chi non ha idea di come sia la vita senza smartphone è particolarmente alto in quanto utilizza i social oltre che per intrattenimento, anche come fonte di informazione (Fonte: 2022 Social Media Trends Report di Hubspot e TalkWalker). Più i social sono d’impatto sulla vita delle persone, più aumentano anche il peso e l’influenza dei creators, a cui sono richiesti professionalità ma anche originalità e creatività.
Se pensi sia tutto chiaro per fare quel tasto destro > nuova cartella > “influencer marketing”, contattaci.