Più di 15 milioni sono oggi i post su Instagram che includono l’hashtag #Bodypositive. Dalle celebrità del grande schermo alle star dei reality show numerose persone sostengono la causa, che negli ultimi anni ha goduto di una grande impennata.
Però, non tutti sanno che cosa significhi Body Positivity: si intende il movimento che promuove l’eliminazione degli standard di bellezza per dare valore ad ogni corpo. L’idea alla base di questo movimento indica che tutti i corpi, non importa la loro taglia, il colore della pelle, le (dis)abilità o il genere, meritano di essere rispettati e rappresentati, perché non esiste un modo “giusto” di apparire, ma soprattutto di essere.
Attenzione al Woke Washing!
Poiché queste idee hanno guadagnato più trazione negli ultimi anni impattando le tendenze di mercato (YAY!), implementare questi pensieri nelle campagne e nei contenuti può rivelarsi interessante per i brand e gli influencer che vogliono posizionarsi vicino alla realtà dei propri consumatori esprimendo valori positivi e condivisi.
Ora, parlare di body positivity per un brand può essere un’ottima opportunità, ma se fatto nel modo sbagliato può trasformarsi in un boomerang. Infatti il pubblico è sempre più attento alla comunicazione su temi sensibili e riconosce chi ne parla con convinzione e non per convenzione. E il passo tra l’essere considerato un brand onesto o un brand “fake” è molto breve.
Quali comportamenti bisogna evitare…
Per esempio, non bisognerebbe continuare a usare modelli più magri nelle campagne e allo stesso tempo produrre vestiti in una gamma di taglie diversificate. Non è questa la modalità giusta di promuovere l’inclusività. Inoltre, è estremamente ipocrita lodarsi per essere un “brand body positive” mentre si designa uno scaffale separato per l’abbigliamento plus-size.
O ancora, in nessun modo la comunicazione sui media e OOH dovrebbe incitare la conquista di un corpo desiderato: è una percezione sbagliata promossa da brand poco onesti.
…e da chi prendere esempio
È giusto fare vivere i nuovi standard di bellezza anche nella realtà, non solo sulla carta.
In questo senso Nike è un grande esempio dal quale prendere ispirazione: nel 2017 il brand ha lanciato la collezione plus size dando voce ai consumatori, i quali hanno immediatamente percepito rappresentanza e inclusione.
Anche Adidas recentemente, scusandosi per non averlo fatto prima, ha lanciato una collezione composta da reggiseni di 43 stili e 72 taglie differenti, dando spazio a ogni tipo di corpo.
Body Positivity: la migliore strategia da adottare
Anche il linguaggio deve essere preciso nella comunicazione. Meglio eliminare parole come “difetti” e “accettazione nonostante” in quanto appoggiano uno standard di bellezza che in realtà la body positivity vuole abbattere. Esaltare i difetti è sbagliato perché porta l’utente finale a pensare che il corpo perfetto esista e che cercando di eliminarli questo si possa raggiungere.
È il messaggio che lancia su Instagram l’Estetista Cinica (al secolo Cristina Fogazzi), imprenditrice nel campo cosmetico che con i suoi discorsi su body positivity e self love cerca di sfatare falsi miti e credenze. Per lei non esistono cosmetici miracolosi – nemmeno i suoi, lo ammette onestamente. Proprio per questo approccio schietto e credibile molti utenti apprezzano i suoi consigli e acquistano i suoi prodotti.
Come comunicare in modo onesto
- Per fare leva su tematiche di Body Positivity è importante che la storia e i valori del brand siano coerenti con questo messaggio. I brand non possono quindi trarre vantaggio da questo attivismo se sono distanti da quanto dicono: si rischia di cadere nel woke washing.
- Chi intraprende una strategia di marketing che prevede il coinvolgimento di influencer e creator deve prestare molta attenzione alla scelta dell’influencer giusto, credibile rispetto al topic che viene trattato.
- Linguaggio: sicuramente è importante che ci sia una narrazione di brand che sostenga la celebrazione di ogni corpo. Allo stesso tempo non bisogna insistere troppo sull’accettazione dell’imperfezione, ma veicolare un messaggio che parli di rispetto per ogni corpo.
Per concludere
Sentire certi discorsi fa tirare un sospiro di sollievo, è vero, ma scrollando il feed dei social, spesso si ritorna in questo circolo vizioso.
Nonostante i notevoli progressi, la strada da fare è ancora lunga prima di poter affermare che gli ideali di body positivity siano stati realizzati.
La scintilla, però, è stata accesa ed è solo una questione di tempo prima che il fuoco del cambiamento travolga l’intero mondo della comunicazione.