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Twitter: il social più bello di tutti che non affascina la Gen Z, o forse si…

19 Marzo 2021

Tutti sanno tutto di tutti su Facebook, tutti sembrano tutto per tutti su Instagram, tutti parlano di tutto e di tutti su Twitter.

Tre semplici regole come stereotipo caratterizzante dei Big-3, ovvero i social network più trans-generazionali di tutti, o almeno quelli che hanno resistito più degli altri e sono riusciti a lasciare un segno a cavallo di fasce di età diverse. Ma come mai Twitter, con le sue peculiarità autentiche e originali non è riuscito a conquistare in toto la Generazione Z?

Prima possibile risposta? Forse perché è il social network più bello e più social di tutti, ma anche il più difficile, vediamo perché:

  • È un social adulto: nel layout, nella UX, nella UI e nella tipologia di fruizione
  • È un social che ha l’informazione e l’opinione al centro
  • Non ha il focus sulla content creation ma sulla two-way conversation
  • La vita media di un tweet è di 18 minuti
  • Più che di influencer, vive di opinion leader
Cimiciurri - Twitter
Fonte: statista.com

Come funziona Twitter?

Twitter è un simil-ecosistema di “microblogging” che consente di inviare e leggere brevi post chiamati tweet, i quali possono essere lunghi fino a 280 caratteri e includere dei media (video, foto o GIF), collegamenti a siti web e/o ad altre risorse pertinenti.

Gli utenti di Twitter seguono altri utenti. Se segui qualcuno puoi vedere i suoi tweet nella tua “timeline”, potendo scegliere di seguire persone, organizzazioni, brand con interessi affini ai tuoi.

Puoi creare i tuoi tweet o puoi ritwittare le informazioni che sono state twittate da altri, condividendo in podo facile e veloce le informazioni. Puoi cercare i tweet filtrando per tematiche, gli #hashtag, inserendoti nella conversazione.

Il rapporto di Twitter con la Gen Z

Questa tipologia di fruizione è molto legata al mondo dell’informazione e del confronto tematico. Con il mantra del rifiutare qualsiasi tipo di fake news e ricercare sempre la verità, piuttosto che alla content creation che ha come obiettivo l’entertainment.

Forse uno scoglio sulla tipologia di fruizione del contenuto, ma un terreno comune di valori ispirativi che possono creare un tipo genuino di conversazione tra utenti Gen Z.

Occasione per i brand?

Noi, come agenzia Gen Z, sappiamo quanto i brand non siano immuni alla devozione che i nati “sotto la lettera Z” mostrano per prodotti e servizi di qualità. Rispetto all’appartenenza alla marca, alla base di qualsiasi attività di marketing ci deve essere infatti il valore dell’autenticità e della trasparenza, unico e solo motore e decision-maker per la Gen Z.

Per quelle aziende o marchi che hanno spazio di manovra all’interno della comunicazione, intesa proprio come conversazione/scambio “two-way andata e ritorno” verso il consumatore o le buyer personas, la modalità di ingaggio di Twitter potrebbe creare numerose opportunità sia a livello di storytelling sia a livello di costruzione comunicativa della brand awareness.

Ma non fermiamoci solo a sottolineare o ipotizzare la “profondità editoriale” di Twitter come un ostacolo o un’occasione per dover pianificare una strategia impegnativa e costosa.

Con ingegno e creatività è possibile fare viral reach e creare campagne disruptive anche su Twitter. La prerogativa è posizionarsi all’interno di tematiche che sono nativamente rilevanti per la Generazione Z: la vicinanza del brand, la CSR e i nuovi servizi digitali.

KFC: 11 erbe e spezie che diventano virali

Il team creativo di KFC ha deciso di prendere il famoso slogan “11 Herbs and Spices” e di trasformarlo in un momento divertente e virale su Twitter. All’improvviso, l’account Twitter di KFC ha iniziato a seguire solo 11 persone specifiche: le cinque Spice Girls e sei persone a caso chiamati Herb.

La chiave per il successo virale di questa tattica creativa è che non è stata “annunciata”, ma notata notata e postata da un singolo utente di Twitter, proprio come da flussi organici di piattaforma e, in seguito, ha ricevuto più di 600.000 mi piace.

UPS: #WishesDelivered

Il programma #WishesDelivered di UPS ha donato 1 dollaro a un’organizzazione di beneficenza per ogni retweet ricevuto dall’iniziativa. Il meccanismo facile, veloce e peculiare del retweet, unito a tematiche sociali o di comunicazione brand CSR trova il medium adatto in Twitter. Un pubblico più profondo a soffermasi sull’analisi e l’approfondimento dei contenuti proposti.

 

Domino’s: Ordina con un hashtag

Domino’s ha fatto leva sul nuovo trend/bisogno dei consumatori legato all’ordine remoto alla consegna home-delivery.

Dopo aver creato un “Profilo Pizza” sul sito Domino’s (lead generation), un potenziale cliente utilizza l’hashtag #EasyOrder per ordinare immediatamente la pizza tramite Twitter. La campagna si affianca anche alle scorciatoie “domotiche” di Amazon Alexa, Google Home, presenti anche nei vari smartwatch.

Dominos anywhere
Fonte: Domino’s

Il circolo virtuoso dell’autenticità

Trovare un posizionamento corretto e in linea con la propria brand identity, mission e  valori, all’interno di una piattaforma come Twitter sarebbe un’avventura pionieristica per il territorio italiano. Potrebbe generare autorevolezza di marca agli occhi della Generazione Z, avvicinandola a scoprire le potenzialità di una piattaforma in grado di mettere in luce i valori della Next Gen.

Per il suo bacino di utenza Twitter rappresenta l’essenza dei social network per eccellenza, con una fruizione è vero più veloce. I temi però, devono essere approfonditi e meno frivoli soprattutto in ambito di scambio di opinioni e agorà comunicativo.

Cimiciurri - Twitter

Fonte: Google Trends

Questa autorevolezza non rimane fine a sé stessa, ma permette ad un brand di mettere a terra strategie di comunicazione digitale in linea con le potenzialità della piattaforma, ovvero sfruttando l’interazione naturale tra brand e utenti, tra utenti e brand, ma anche tra brand e brand.

Questa tipologia di comunicazione è largamente diffusa già da qualche anno oltre oceano, dove Twitter resta il mantra più radicato come mezzo per entrare in contatto con gli altri attraverso le proprie opinioni.

Ed è proprio questo meccanismo che potrebbe essere percepito come autentico ed originale da parte dell’utenza Gen Z. Così facendo si potrebbe intercettare nella “conversazione”, ascoltare i suoi bisogni e i commenti per coltivare una vicinanza/relazione di marca positiva, trasparente e futuribile.

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